@article{Tibaldo_2020, title={Vittorio Sereni, la prosa e le sue soglie}, volume={19}, url={https://griseldaonline.unibo.it/article/view/10827}, DOI={10.6092/issn.1721-4777/10827}, abstractNote={Alla metà degli anni Sessanta, Vittorio Sereni non solo licenzia la sua terza e maggiore raccolta poetica, Gli strumenti umani ma pubblica anche uno dei suoi testi in prosa più riusciti, L’opzione. Il racconto esce in rivista ma è subito raccolto in volume, assieme ad alcuni ‘allegati’ tra cui la poesia La pietà ingiusta. Il testo in prosa e quello in versi sono poi ripresi quindici anni più tardi nel Sabato tedesco, dove sono seguiti dall’omonimo racconto che Sereni considera una sorta di continuazione dell’Opzione e che raccomanda, quindi, di leggere assieme. Quando, però, progetta di raccogliere i suoi scritti narrativi, non solo esclude la poesia ma interpone tra le due ‘parti’, un terzo racconto, Ventisei. Spostamenti e riconfigurazioni, così come richiami interni e riprese testuali, sono letti in questo articolo in relazione al problema dei generi letterari. In particolare, ci si chiede se la geografia dei testi, il problema della loro collocazione e dei loro confini, possa dirci qualcosa del mutare del rapporto tra prosa e poesia nell’opera di Sereni.}, number={2}, journal={Griseldaonline}, author={Tibaldo, Valentina}, year={2020}, month={gen.}, pages={297–311} }