https://griseldaonline.unibo.it/griseldaonline/gateway/plugin/AnnouncementFeedGatewayPlugin/atom Griseldaonline: Avvisi 2023-11-07T18:44:53+01:00 Open Journal Systems <strong>Griseldaonline – ISSN 1721-4777</strong> è una rivista accademica di letteratura ad accesso aperto. Fondata tra il 2000 e il 2001, è un punto di riferimento per tutti coloro che si dedicano, con una spiccata vocazione transdisciplinare, agli studi letterari dall’antichità al contemporaneo. https://griseldaonline.unibo.it/announcement/view/605 «Griseldaonline», vol. 23 (2024) – Call for Paper 2023-11-07T18:44:53+01:00 Griseldaonline <p><strong>Facsimile</strong></p> <p>Nel <em>Pierre Menard, autore del «Chisciotte»</em> di Jorge Luis Borges, il protagonista del racconto contrae «l’obbligo misterioso di ricostruire letteralmente» il capolavoro di Cervantes: non di trascriverlo, sia chiaro, né tantomeno di darne una versione moderna, ma di «produrre alcune pagine che coincid<em>ano</em> – parola per parola e riga per riga – con quelle» del <em>Chisciotte</em>. Si tratta naturalmente di un’impresa votata al fallimento.</p> <p>Ma l’assurdo progetto di Menard s’ispira all’idea che si possa realizzare un testo completamente nuovo pur impiegando le stesse parole di un altro testo: precedente e originale. Il solo passare dei secoli, e il conseguente prodursi delle trasformazioni sociali, politiche e culturali, rendono possibile – agli occhi di Menard e dei suoi squisiti esegeti borgesiani – che l’opera derivata risulti allo stesso tempo identica e differente rispetto al suo avantesto. E non è un caso, allora, che questo breve apologo di Borges abbia goduto di grande successo in temperie postmoderna.</p> <p>All’impresa di Menard facilmente ci si richiama, del resto, quando occorre discutere della riscrittura. Pratica diffusissima, quest’ultima, che tuttavia sembra sfuggire a una sistematizzazione integrale e definitiva. Se Gérard Genette insiste sulla condizione iper-testuale delle riscritture (tutti quei testi che si innestano su un altro «in un modo che non è quello del commento»), per André Lefevere il <em>rewriting</em> può comprendere edizioni, antologie, traduzioni, repertori bibliografici, mentre Linda Hutcheon – trattando degli adattamenti – definisce un principio che perfettamente si addice anche alle pratiche della riscrittura: «essere secondi non significa essere secondari». E infatti, si riscrive per reinventare, per semplificare, per interpretare, per parodizzare ecc.</p> <p>Considerate le direzioni plurime che le molteplici definizioni sembrano suggerire, per evitare il rischio di fare della ‘riscrittura’ il non-centro di una galassia pluridirezionale, nella quale non sussiste possibilità di stabilire veri sensi e veri percorsi, occorre chiarire la direzione che la rivista intende percorrere, ovvero quella di limitare il campo ai casi nei quali un testo si misuri frontalmente e in linea di massima unicamente con un altro testo.</p> <p>Sotto questo aspetto, la relazione che si stabilisce tra l’uno e l’altro sarà contemporaneamente univoca e dialogica, e dunque consisterà in una vera e propria – implicita o esplicita – <em>ri-costruzione</em> o <em>ri-strutturazione</em>. Così, invitando gli studiosi – anzitutto – a identificare in termini specifici la riscrittura quale prassi letteraria distinta dall’intertestualità (pur pervasiva, secondo la lezione di Kristeva in <em>Séméiôtiké</em>) e dall’adattamento intermediale, «Griseldaonline» intende raccogliere contributi che vogliano investigare il lavoro di quegli scrittori che scrivono per <em>ri</em>-scrivere, per fare il verso ai loro antenati o ai loro padri.</p> <p>Questi gli ambiti di interesse in relazione ai quali si invitano gli studiosi a inviare le loro proposte:<br>letteratura italiana;<br>■ letteratura italiana;<br>■ teoria letteraria e letterature comparate;<br>■ discipline delle arti e dello spettacolo;<br>■ cinema, fotografia e televisione;<br>■ lingua e letteratura latina;<br>■ filologia classica.</p> <p><strong>Queste le scadenze per proporre gli articoli</strong>:<br>Vol. 23 | 1 – in uscita a fine luglio 2024<u><br></u>sezioni «Tema» (<em>Facsimile</em>), «Methodologica», «Omnibus»: entro il <strong>1° aprile 2024</strong>;</p> <p>Vol. 23 | 1 – in uscita a fine dicembre 2024<u><br></u>sezioni «Tema» (<em>Facsimile</em>), «Methodologica», «Omnibus»: entro il <strong>1° settembre 2024</strong>.</p> 2023-11-07T18:44:53+01:00 https://griseldaonline.unibo.it/announcement/view/514 «Griseldaonline», vol. 22 | 2 (2023) – Call for Paper 2022-05-12T11:12:12+02:00 Griseldaonline <p><strong>Tribunali</strong></p> <p>L’interesse per il delitto e per i dibattimenti nelle aule dei tribunali costituisce una componente macroscopica della cultura contemporanea: ben presente nei Media, dove non è limitato alla cronaca, stampata o televisiva (luoghi istituzionali del giornalismo giudiziario), ma tracima spesso nei più diffusi programmi di approfondimento (si pensi ai famigerati plastici di Cogne in prima serata…). Ma soprattutto, delitti e processi alimentano in maniera significativa i più svariati filoni narrativi (romanzi e racconti; film e serie televisive) in un panorama sempre più specializzato e definito di generi e sottogeneri (dal giallo giudiziario/investigativo alla Perry Mason, al <em>Legal Thriller</em>, alle specializzazioni forensi del <em>Medical thrille</em>r ecc.). Un fenomeno non nuovo, in realtà, se già nel 1906 il penalista Scipio Sighele (uno dei protagonisti del processo Murri) indicava la «letteratura dei processi» come un genere prepotentemente «alla moda». Fenomeni mediatici della contemporaneità che riarticolano una convergenza di interessi che è di sempre, a partire dalla tragedia greca (l’<em>Orestea</em> è forse il caso più noto); e che contrassegna il nesso antico tra letteratura, arte della parola e retorica giudiziaria (mai venuto meno, se la <em>declamazione giudiziaria</em> <em>fittizia</em>, pratica scolastica del mondo antico, è tutt’ora ben presente nelle scuole di giurisprudenza anglosassoni).</p> <p>La connessione tra letteratura e processo giudiziario è un fenomeno che ci riporta all’alba del grande romanzo realista ottocentesco, al quale ha fornito materiali, spunti e, in alcuni casi, veri e propri intrecci narrativi. Si pensi allo Stendhal del <em>Rosso e il nero</em> (1830), che fu ispirato da un processo di una corte d’Assise di provincia o al<em> Colonnello Chabert</em> di Balzac (1832), costruito dal punto di vista ‘legale’ del narratore/avvocato. Sono del resto quelli gli anni in cui nasce il moderno giornalismo giudiziario (il numero 1 della «Gazzette des Tribunaux» è del novembre 1825).</p> <p>Si delinea da allora, per arrivare ai nostri giorni, una complessa e dinamica articolazione tra giornalismo, letteratura ‘alta’ e narrazione ‘popolare’, con significative intersezioni tra temi, modelli narrativi e pratiche comunicative (cronaca giornalistica e romanzo; le forme ibride del <em>new journalism</em> e del <em>non-fiction novel</em>; fiction televisiva e seriale, fumetto ecc.).</p> <p>Una relazione consolidata, quella tra Letteratura (o più latamente tra l’universo della narrazione) e Diritto, che non a caso da qualche decennio ha dato luogo, nel mondo accademico americano, allo specifico settore di studi (istituzionalizzato in cattedre ed insegnamenti), di <em>Law and Literature </em>(ma meglio sarebbe parlare di <em>Law and humanities)</em>. Che vede la pratica legale non solo come fonte di temi e materiale narrativo, ma che anche indaga il ruolo dello <em>Storytelling</em> nel contesto processuale. A fronte di una crisi della concezione del ‘fatto’ come elemento oggettivo ricavabile per via puramente deduttiva (dalla norma giuridica generale al caso specifico), si è andata affermando una concezione ermeneutica del ‘fatto’ che, in quanto prodotto da una pratica plurale di interpretazioni, può trovare un valido aiuto negli strumenti dell’analisi letteraria.</p> <p>Quello tra Letteratura e Diritto è un rapporto configurabile attraverso una notevole complessità e pluralità di articolazioni. Elenchiamo solo alcuni dei tanti possibili ambiti di lavoro:</p> <p>- Storia delle narrazioni di processi, condanne ed esecuzioni: dalle cinquecentesche “relazioni di giustizia” alle raccolte settecentesche di cause celebri; alla stampa specializzata otto/novecentesca.</p> <p>- Narrazioni di (o ispirate a) processi eccellenti, che hanno segnato la storia della società o del costume di un paese o hanno caratterizzato importanti svolte storiche.</p> <p>- Studi tematici su personaggi (figure del giudice; dell’avvocato ecc.) o situazioni specifiche (camera di consiglio della giuria popolare; escussione dei testimoni) della realtà processuale.</p> <p>- Studi sulle specificità (retoriche, simboliche) del tribunale, come spazio narrativo fortemente contrassegnato in senso normativo e rituale.</p> <p>- Il caso giudiziario come fabula su cui si innestano riflessioni di natura sociale, filosofica e anche pedagogica, capaci di sondare i limiti della legge o talora negoziare nuove regole. Un terreno molto battuto in tutte le epoche, dalla tragedia antica (naturale il richiamo ad <em>Antigone</em>) alla moderna consapevolezza del ruolo della narrazione processuale nella costruzione di un orizzonte etico e di un immaginario socialmente condivisi.</p> <p>- I nessi specifici (anche in una prospettiva storica) tra modelli processuali ed espressioni narrative: dal ruolo dell’indagine psicologica e della confessione nel modello <em>inquisitoriale</em> (basti pensare alla figura di Porfirij Petrovic in <em>Delitto e castigo</em>); alle dinamiche fortemente ‘teatrali’ che caratterizzano il modello giudiziario di impianto <em>accusatorio</em>.</p> <p>- Le influenze di specifiche legislazioni e applicazioni del diritto sull’universo narrativo e sulla lingua della comunicazione letteraria.</p> <p>- I nessi tra narrazioni e scienze legate al mondo del diritto (psichiatria criminale; criminologia; antropologia criminale).</p> <p>Siamo insomma di fronte a un tema il cui evidente carattere interdisciplinare travalica il semplice nesso tra Letteratura e Diritto, coinvolgendo saperi molteplici, con vertiginosi effetti sul piano dei metodi e delle implicazioni teoriche: il nesso tra verità e finzione; il problema dell’interpretazione del documento; l’ambiguità della dimensione pubblica della parola e il suo trattamento retorico; il problema del rapporto tra parola, potere e istituzioni repressive (né è casuale che a testimonianze processuali facciano riferimento importanti contronarrazioni storiche, che hanno usato il racconto del processo per dare voce agli esclusi: da Manzoni a Sciascia; da Zemon Davis a Carlo Ginzburg).</p> <p>Un tema, dunque, in cui la riflessione del nesso tra Letteratura e Diritto si pone statutariamente all’incrocio plurale di discipline, quali Antropologia; Storia sociale; Storia della mentalità; Storia dell’immaginario sociale; Filosofia morale; Filosofia del diritto; Storia dell’editoria e dei media; Teoria della comunicazione.</p> <p><strong>Queste le scadenze per proporre gli articoli</strong><br>articoli per la sezione «Tema» (Tribunali): entro il <strong>1° settembre 2023</strong>;<br>articoli per «Mehodologica» e «Omnibus»: entro il <strong>1° settembre 2023</strong>.</p> 2022-05-12T11:12:12+02:00