Lettura di Orazio, carm. I 18
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/10688Parole chiave:
letteratura latina, poesia augustea, motto oraziano, Bacco, il vino in OrazioAbstract
L’Ode I 18 di Orazio è stata meno frequentata di altre dalla critica per il suo carattere sconcertante, inafferrabile, e l’impressione di non riuscita composizione fra le sue parti. Questo articolo punta a dimostrare la sostanziale unità del componimento, che declina i topoi del vino e del culto bacchico nel quadro di una più ampia visione della ritualità dionisiaca; a questo fine, punta a ridefinire il ruolo del ‘motto’ alcaico e la sua interazione con il riecheggiamento dell’Athamas enniano, ancora non sufficientemente messo a fuoco. Infine, lo studio punta a dimostrare la coerente collocazione dell’ode nell’ambito della seconda decina del primo libro oraziano, in particolare nella pentade 16-20.
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