«Sia Marganorre essempio di chi regna». Catastrofe, tirannia e misoginia nel XXXVII canto dell’«Orlando furioso»

Autori

  • Ottavia Branchina Università degli Studi di Catania

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/12920

Parole chiave:

Marganorre, catastrofe, tirannia, misoginia, «Orlando furioso»

Abstract

Nel XXXVII canto dell’Orlando furioso viene narrata una doppia catastrofe. La prima, scatenata dalla tragica perdita dei figli, si colloca sul piano della vicenda personale di Marganorre, eppure assume un valore ‘apocalittico’ nel momento in cui ‘svela’ la natura crudele e bestiale del «barbaro» tiranno. Il secondo disastro, che è una conseguenza del primo, ha dimensioni collettive: esercitando un potere tirannico, Marganorre impone una legge crudele e misogina che separa le donne dai loro uomini, costringendole a vivere nel terrore della morte. Tuttavia, nel mondo del Furioso le colpe non restano impunite a lungo: mentre gli eroi intervengono per capovolgere, più che ristabilire, l’ordine costituito, il popolo è chiamato a vendicarsi e a fare scempio del proprio carnefice. Dietro la finzione narrativa e il disegno di celebrare le donne, la vicenda di Marganorre, tra le più cupe del poema, con le sue catastrofi, mostra un lato perturbante che va ben oltre la finzione e invita alla riflessione.

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Pubblicato

2021-07-28

Come citare

Branchina, O. (2021). «Sia Marganorre essempio di chi regna». Catastrofe, tirannia e misoginia nel XXXVII canto dell’«Orlando furioso». Griseldaonline, 20(1), 1–16. https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/12920

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