«Il semplice», laboratorio di brevità
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/15473Parole chiave:
aforisma, biofiction, brevità, «Il semplice», microraccontoAbstract
In questo contributo si propone una prima analisi delle sperimentazioni intorno alle forme brevi del narrare realizzate nei sei numeri della rivista «Il semplice» (1995-1997). Dimensione statutaria e inevitabile della testualità di una rivista, la brevitas diventa in questo caso il vero e proprio ‘radicale cognitivo’ da cui discende la scelta di una sterminata varietà di tipologie testuali negli indici della rivista, dalle scritture pratiche ai microracconti o alle trascrizioni della viva voce di chi non c’è più. La forma breve è lo strumento di una battaglia condotta da Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Daniele Benati e dagli altri curatori della rivista contro l’onnipotenza e l’onnipresenza conformista del romanzo, ma anche il terreno di espressione di una comune vocazione ‘repertoriale’ testimoniata dal Catalogo delle prose secondo la specie in apertura di ogni numero, che cela un’idea della letteratura come mappatura del mondo. Un’impresa capillare ed eccentrica, necessariamente imperfetta e per questo inesauribile.
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