Forme processuali nella poesia italiana contemporanea: dal «gabbione» al piccolo schermo
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https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/17860Parole chiave:
Analisi tematologica, Conversazione in tribunale, Dialogo, Forme processuali, Poesia italiana contemporaneaAbstract
Questo contributo intende soffermarsi sull’evoluzione delle forme processuali nella poesia italiana contemporanea attraverso l’analisi e il confronto di tre campioni che coprono cronologicamente l’arco di un secolo: L’Incendiario (1910) di Aldo Palazzeschi, Il giudice (1963) di Mario Luzi e Piccola anamnesi dell’insonnia (2008) di Carlo Bordini. Il ricorso all’espediente dialogico che accomuna i tre testi permette di misurare la distanza tra il modello della comunicazione in tribunale (Galatolo 2002) e gli episodi lirici che a questa rimandano, declinandola in varie forme; viene evidenziato, in particolare, come la rappresentazione del processo venga dislocata in luoghi via via più privati e virtuali: dalla «piazza centrale | del paese» (Palazzeschi) a un «bar» (Luzi), quindi alla stanza più intima di tutte, la camera da letto (Bordini); dal «gabbione» al piccolo schermo, in consonanza con una progressiva squalifica dell’istituzione giudiziaria e del suo massimo rappresentante, il giudice.
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