Scomposizioni identitarie. «La ragazza con la Leica» di Helena Janeczek come biografia plurale

Autori

  • Nunzia Palmieri Università degli Studi di Bergamo

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/18090

Parole chiave:

biofiction, Gerda Taro, Helena Janeczek, «La ragazza con la Leica», letteratura e fotografia

Abstract

Leggendo La ragazza con la Leica di Helena Janeczec risulta evidente che la finzione, il travestimento, la ricerca di pseudonimi, il non detto, i trucchi per cercare vie di fuga fanno parte del gran teatro del mondo e sono in qualche caso il mondo stesso; ma per i personaggi di questa storia, come per la stessa Janeczec, si tratta di un gioco estremamente serio, come estremamente serio era il gioco dell’impegno civile per la fotografa Gerda Taro, di cui Janeczec ricostruisce la biografia. La realtà è l’elemento residuale, ciò che rimane nonostante l’incessante carosello dei travestimenti a cui gioco forza bisogna sottoporsi. È solo nell’epilogo che nel laborioso e a tratti impervio avvicinamento all’identità di Gerda si genera un cortocircuito tra la vita e l’opera: questo è il punto in cui le frontiere tra fatti e finzioni – gli spazi liminari che Françoise Lavocat ha indagato con straordinario acume critico – si rendono visibili moltiplicando il piacere della narrazione e garantendo alla finzione quella extraterritorialità che le è propria e che la identifica come tale rispetto a ciò che finzione non è.

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Pubblicato

2023-12-27

Come citare

Palmieri, N. (2023). Scomposizioni identitarie. «La ragazza con la Leica» di Helena Janeczek come biografia plurale. Griseldaonline, 22(2), 153–159. https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/18090

Fascicolo

Sezione

Methodologica