La «pax» concessa da Angelo Ingegneri al genovese Andronico Garbarino nel 1581
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/18202Parole chiave:
Angelo Ingegneri, duello, onore, pace, Torquato TassoAbstract
Nel 1581 il poeta veneziano Angelo Ingegneri e il dottore in legge genovese Andronico Garbarino si recano dal notaio parmigiano Giovanni Maria Amitta per siglare una ‘pace’ ed evitare in questo modo il duello. Qualche tempo prima il Garbarino aveva insultato e schiaffeggiato l’Ingegneri per motivi che non vengono riportati nel documento. Se il Garbarino era abituato alla violenza, tanto che era fuggito da Genova dopo aver ucciso un uomo nell’ambito della competizione violenta fra la fazione dei ‘vecchi’ e quella dei ‘nuovi’, Ingegneri sembra essere stato più pacifico, anche se in quello stesso anno 1581 si permise di pubblicare a Parma la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso senza l’autorizzazione dell’autore, che in quel momento si trovava imprigionato a Ferrara, e senza riconoscergli alcuna soddisfazione economica. L’affondo offre l’occasione per qualche riflessione sull’antico codice dell’onore espresso da Ariosto e Tasso, sulla trattatistica sul duello edita negli stati italiani in epoca moderna e sugli sforzi delle Congregazioni romane dell’Indice del Sant’Uffizio per limitare la pratica del duello. Nelle appendici si elencano i trattati sul duello stampati in Italia fra il xvi e il xviii secolo e si trascrive l’atto notarile della ‘pace’.
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