Il progetto Tumermani. Un contributo alla storia editoriale delle lettere di Battista Guarini
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/19073Parole chiave:
Battista Guarini, epistolario, lettere, postilleAbstract
Le lettere di Battista Guarini ebbero una grande fortuna a stampa fra gli anni Novanta del Cinquecento e il primo decennio del Seicento. A questo iniziale successo segue un periodo di oblio, che termina negli anni Trenta del Settecento, quando le lettere vengono incluse nel progetto di stampa dell’Opera omnia di Guarini dell’editore veronese Giovanni Alberto Tumermani. Nonostante i tre volumi di missive progettati da Apostolo Zeno con l’aiuto di Lodovico Antonio Muratori non arrivarono mai al torchio, il contributo dei loro studi sulla corrispondenza guariniana risulta fondamentale ancora oggi: oltre al primo tentativo di recensio ed edizione delle lettere, Zeno trae due copie delle postille di Niccolò Panizzari, nobile ferrarese e amico di Guarini, il cui autografo risulta smarrito. Tali annotazioni, leggibili solo negli apografi zeninani, testimoniano scelte di emendazione, (ri)manipolazione e autocensura che Guarini avrebbe compiuto nel passaggio dalla lettera-documento alla lettera-opera, fornendo informazioni preziose sull’autorialità dell’epistolario a stampa. Nel presente articolo si vuole ricostruire l’intervento autoriale nella princeps (Venezia, Ciotti, 1593) attraverso le postille di Panizzari e proporne in appendice l’edizione integrale.
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