«La storia non è poi la devastante ruspa che si dice»: l’‘Ungleichzeitigkeit’ nell’Italia del ‘boom’ economico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/20262Parole chiave:
letteratura industriale, Olivetti, Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, UngleichzeitigkeitAbstract
L’articolo si concentra sul concetto di Ungleichzeitigkeit: la ‘contemporaneità del non contemporaneo’, infatti, descrive perfettamente la situazione di incompleta modernizzazione dell’Italia del boom: vecchio e nuovo, campagna e città permangono l’uno accanto all’altro come mondi distinti e contraddittori, sebbene permeabili e comunicanti. L’ambiente olivettiano si dimostra subito consapevole di tale complessità storico-antropologica, come testimoniato dai tentativi adrianei di mitigare lo sradicamento provocato dall’inurbamento di massa. Tra i migliori osservatori dell’Ungleichzeitigkeit in Italia vi è Ottieri, che la rintraccia tanto tra le diverse regioni della penisola (La linea gotica), quanto all’interno di Milano (in Tempi stretti). In Donnarumma all’assalto, poi, la contiguità spaziale di temporalità diverse raggiunge un’evidenza paradigmatica. Similmente, Volponi – la cui posizione dialoga dialetticamente con quella di Pasolini – esprime in Memoriale (vero ‘romanzo senza idillio’) la scissione tra fabbriche avanzatissime e «un’Italia oscuramente biologica» (Calvino).
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