Orazio contro Orazio in «River Duddon», 1 di William Wordsworth
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/20602Parole chiave:
Orazio, Priamel, sorgente (metafora), WordsworthAbstract
L’articolo analizza il sonetto 1 della raccolta River Duddon di W. Wordsworth alla luce del suo rapporto con Orazio. Nella complessa rete intertestuale del componimento, la memoria di due carmina, 3,13 e 1,38, è strettamente intrecciata. 3,13, oggetto di una ‘riscrittura diffusa’ nell’opera di Wordsworth, viene apertamente citato per evidenziare la letterarietà del testo (in linea con il gusto contemporaneo), ma viene anche rifiutato come modello per far posto a una nuova forma di poesia ispirata dal contatto diretto con la natura. La memoria di 1,38 è molto meno esplicita, ma ha un’influenza più radicale sullo sviluppo del sonetto: Wordsworth si appropria della Priamel attuata nell’ode per affermare, come già Orazio, le proprie scelte poetiche. La presenza di Orazio agisce così in due direzioni diverse e contrastanti: da un lato, la poesia oraziana viene presentata come non più attuale; dall’altro, viene profondamente assimilata nella struttura compositiva. Questa contraddizione conferma il rapporto paradossale di Wordsworth con i classici già osservato in studi precedenti.
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