«Pugnam fugientum more petebant». La marcia di Flaminio verso il lago Trasimeno tra epica e storiografia
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/21355Parole chiave:
Flaminio, Silio Italico, Stazio, Tacito, Tito LivioAbstract
L’articolo analizza una pericope del libro V dei Punica di Silio Italico (vv. 28-33), in cui l’esercito del console Flaminio marcia verso il lago Trasimeno senza rispettare le divisioni tra le truppe né l’ordine consueto, prendendo in considerazione i suoi modelli storiografici e poetici, soprattutto Livio e Lucano, nonché un parallelo nella Tebaide di Stazio. Il disordine delle truppe prima della battaglia del Trasimeno, che riflette l’avventatezza del comandante e lascia presagire la sconfitta, anticipa ciò che accadrà a Canne, dove Varrone, prima della disastrosa battaglia, fomenta l’insubordinazione dei soldati (Sil. IX 23-37). Il motivo dell’esercito caotico emerge poi in alcuni passi delle Historiae tacitiane, dove l’assenza di disciplina diviene quasi un sintomo della guerra civile: anche nella poesia flavia, dunque, esso potrebbe associarsi alla memoria di un incubo appena rivissuto con le lotte per la successione del 68-69.
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