Forme ibride (web/volume) e i paradigmi della modernità: il caso Pecoraro
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/10451Parole chiave:
Francesco Pecoraro, spazio mediale, web e letteraturaAbstract
Nel corso del Novecento, uno dei criteri fondamentali nello studio della relazione tra micro e macrotesti è stata la distinzione (già operata da Maria Corti) tra istanze autoriali ed editoriali, da cui la differenziazione tra macrotesti propriamente intesi e raccolte di racconti e prose. L’esserci inoltrati (ormai pienamente) nell’epoca duemillesca parrebbe imporre, tuttavia, una revisione degli strumenti teorici e dei modelli di studio indicati come fondamentali per la comprensione della modernità letteraria. Nel saggio si affronta il problema di quelle forme letterarie ibride, come Questa e altre preistorie (Firenze, Le Lettere, 2008) di Francesco Pecoraro, in cui il passaggio da uno spazio mediale del web (il blog) ad un altro della tradizione editoriale (il volume) ha prodotto un’opera sui generis, in cui la brevitas granulare tipica dei testi nati in rete si dà in lettura attraverso una forma editoriale unitaria.
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