«Ovviamente», il Medioevo? Note per una lettura metastorica de «Il nome della rosa» di Umberto Eco
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/14140Parole chiave:
Umberto Eco, «Il nome della rosa», medievalismi, medioevo, anni SettantaAbstract
Il saggio si propone di riflettere sulla scelta del Medioevo da parte di Umberto Eco per l’ambientazione de Il nome della rosa (1980). Se nelle Postille al romanzo pubblicate dall’autore nel 1983 questa scelta è raccontata come ovvia, vale invece la pena di concentrarvisi per inserirla nel suo contesto storico e culturale – quello di un ampio revival medievalista degli anni Settanta – e comprenderne dunque il significato in quanto nodo di una rete più ampia. Ragionando poi nello specifico su che genere di Medioevo venga rappresentato nel testo, e mettendolo in relazione con il periodo storico durante il quale Eco afferma di aver concepito il libro, si vede come ciò che sembra interessargli è il racconto dell’eterno ritorno delle dinamiche di potere, la definizione di archetipi del potere che costituiscano dei passepartout per l’interpretazione della realtà: la profondità storica pare cedere in una certa misura a un’ipotesi ‘metastorica’ volta a formulare un modello di scontro tra potere e contropotere nel cui mezzo soccombe chi cerca di indagarne lucidamente i meccanismi.
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