«L’ora di Barga». Sulle campane di Pascoli
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/14193Parole chiave:
«L’ora di Barga», Ottocento-Novecento, Pascoli, poesia italianaAbstract
L’articolo propone una ricognizione della presenza e del ruolo di campane e campanili nella poesia italiana di Giovanni Pascoli. Si elencano e descrivono in primo luogo le molteplici occorrenze testuali del suono delle campane e le loro eventuali occasioni extra-testuali, così come le diverse funzioni ‘sociali’. Si presenta quindi una mappatura delle funzioni poetiche delle campane all’interno dell’opera pascoliana, indentificando i luoghi di appartenenza dei campanili e osservando l’interazione tra spunto autobiografico (in certi casi persino aneddotico) e creazione lirica. Si prendono poi in considerazione le modalità tramite cui il suono della campana viene riprodotto in poesia e l’evoluzione del suo trattamento da una raccolta all’altra, a partire dall’analisi della sua riproduzione grafica e onomatopeica, sino alle scelte lessicali per identificarlo (tintinno, tinnito, tintinnio ecc.). A chiusura del lavoro, si esamina L’ora di Barga dei Canti dei Castelvecchio, lirica centrale per il tema affrontato, analizzando la genesi del testo e il suo nucleo tematico: il «suon dell’ora» del campanile del Duomo e il dialogo che viene a instaurarsi tra questo e la voce dell’io poetante.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2022 Laura Crippa, Emilio Manzotti
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0.