«Verd ch’i ti brami verd». Bozze per un ritratto di Pasolini traduttore di Federico García Lorca
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/18441Parole chiave:
friulano, Lorca, Pasolini, ricezione, traduzioneAbstract
Raccogliendo l’invito di Rienzo Pellegrini ad approfondire le traduzioni di Pasolini dai poeti spagnoli novecenteschi, la presente ricerca si propone di indagare un aspetto largamente trascurato, forse il meno conosciuto, dell’assai vasta produzione pasoliniana. Collocate a cavallo tra il «tempo del mito» e il «tempo della storia», efficaci etichette in cui Guido Santato racchiude la produzione friulana di Pasolini, le traduzioni dell’autore bolognese, tra le quali le versioni lorchiane, sono riconducibili a un progetto estetico e culturale che avrebbe dovuto assumere la forma di un’antologia poetica intitolata La zoja. Nonostante il suo stato di sostanziale incompletezza, i manoscritti e i dattiloscritti del florilegio di poeti contemporanei a noi pervenuti, con particolare riferimento ai poeti spagnoli del XX secolo, consentono di tracciare qualche schizzo del Pasolini traduttore, o meglio poeta-traduttore.
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