A brani. Paratesto e intertestualità in «Gioventù cannibale»
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/9838Parole chiave:
Cannibali, pulp, Gioventù cannibale, postmodernismo, Aldo NoveAbstract
L’articolo analizza e interpreta il paratesto di Gioventù cannibale come strumento di costruzione di un caso editoriale e come punto di partenza per una revisione critica dell’opera, intesa come esempio emblematico di tardo-postmodernismo italiano. Si introducono dapprima riferimenti e premesse culturali dei cannibali italiani, quali il pulp nordamericano, l’avant-pop e il rigetto (ormai quasi un riflesso inconscio) di una distinzione estetica fra letteratura ‘alta’ e ‘bassa’. Dopo una breve disamina delle connotazioni specifiche del titolo e della quarta di copertina (non priva, quest’ultima, di suggestioni moralistico-religiose, tratto tipico del postmodernismo italiano secondo Remo Ceserani), si evidenziano criticamente i modelli di una presunta estetica e filosofia cannibale, introdotti nella prefazione di Daniele Brolli del 1996. Una presenza (la postfazione di Emanuele Trevi) e un’assenza (le brevi biografie degli autori), rilevate nel confronto fra prima e seconda edizione, consentono di accertare lo stato post-mortem dei cannibali all’altezza del 2006, ormai promessa mancata della letteratura italiana di inizio millennio. Si analizzano infine esempi emblematici ed effetti di intertestualità nel paratesto del racconto Il mondo dell’amore di Aldo Nove, che offre spunti di riflessione sul rapporto, parodico e serio al tempo stesso, fra avanguardie novecentesche e linguaggio cannibale.
Riferimenti bibliografici
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