«Infamem annum pestilentia fecerit». La prima 'quaestio de veneficiis' a Roma

Giovanna Todaro

doi:10.6092/issn.1721-4777/17886

Autori

Giovanna Todaro Università degli Studi di Padova

Svolge attività di ricerca in Lingua e Letteratura Latina presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, dove ha conseguito il dottorato di ricerca con un commento al libro xxv di Tito Livio. Di questo autore si è occupata in vari contributi, dedicati alla tradizione manoscritta della terza decade, al problematico uso di Polibio come fonte diretta e alla tecnica narrativa liviana. Si occupa, inoltre, di paesaggio nella letteratura dell’età augustea.

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/17886

Parole chiave:

donne, pestilenza, salute pubblica, Tito Livio, veneficium

Abstract

L’articolo analizza la quaestio de veneficiis del 331 a. C., la prima nella storia di Roma (Liv. viii 18), sviluppatasi da una delle tante pestilentiae del periodo altorepubblicano, culminata nel processo per veneficium e nella condanna di un folto gruppo di matrone. Alla base della vicenda vi è l’interferenza di piani fra sicurezza pubblica, salute dei cittadini e comportamento femminile, che genera due soluzioni distinte, una giudiziaria e laica (la quaestio) e una religiosa e prodigiale (il clavus a dictatore fixus). Se nella versione liviana l’aspetto processuale si presenta oggettivo e cronachistico, più problematico appare quello religioso, anche per la dimensione politica che viene proiettata su tutta la vicenda dall’associazione delle matrone venefiche alle rivolte plebee, risolte tramite lo stesso piaculum.